Sito Ufficiale del Gruppo di Ricerca per la Prevenzione della Patologia Ambientale - a cura di Giancarlo Ugazio

Gruppo di Ricerca per la Prevenzione

della Patologia Ambientale

Associazione Scientifica senza fini di lucro

English

CINETICA  DELLA  PATOLOGIA  AMBIENTALE LUNGO  L’ARCO  VITALE  DELL’UOMO



 

CD-8

COSTI  MORALI  E  MATERIALI  DELLA

MANCATA  PREVENZIONE  PRIMARIA

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MENABO’

01

PREMESSA, BUONSENSO, CONSAPEVOLEZZA, PREVENZIONE

02

ESEMPI DI RISCHI AMBIENTALI

03

METALLI PESANTI

04

NAFTALENE

05

PESTICIDI E ANTIPARASSITARI

06

EFFETTO COCKTAIL

07

POTENZIAMENTO TOSSICOLOGICO

08

RADIAZIONI ECCITANTI (UV)

09

BENZENE

10

FUMO DI TABACCO

11

POTENZIAMENTO DA FUMO-ALCCOL

12

FUMI E VAPORI INDUSTRIALI

13

POLVERI PATOGENE DAL SUOLO PUBBLICO

14

AZIONE CANCEROGENA DELL’ASFALTO

15

PIOMBO DALLE BATTERIE ROTTAMATE  DA  AUTOMEZZI

16

EMBRIOTOSSICITA’ DEL PIOMBO

17

CONSAPEVOLEZZA  > > PREVENZIONE PRIMARIA

18

RACCOLTA DI QUATTRINI PER LA RICERCA E PER L’ASSISTENZA  > >  PREVENZIONE DEL GIORNO DOPO

19

PREVENZIONE TERZIARIA O QUATERNARIA  > >  MORTI ANTICIPATE

20

COSTI MORALI ED ECONOMICI DELLA MANCATA PREVENZIONE

 

 

 

RIASSUNTO

   L'ambiente in cui vive l'uomo di oggi si trova inquinato da elementi o composti chimici naturali, eventualmente concentrati dall'uomo stesso oppure di un'origine antropologica. Accanto a questi inquinanti, si annoverano anche molti agenti fisici capaci di esprimere un'azione patogena per il nostro organismo. Dal momento in cui le lesioni provocate dagli inquinanti ambientali si manifestano, facendo superare l'orizzonte clinico a chi e stato esposto, trasformandolo in paziente, si può parlare di patologia ambientale. Passando dal fronte clinico a quello prettamente scientifico, si deve affermare che la consapevolezza dei rischi ambientali sia uno dei più validi strumenti per la prevenzione primaria di questo tipo di patologia, di per sé subdola e generalmente misconosciuta. La letteratura scientifica internazionale in campo biomedico - attualmente disponibile - è in grado di fornire le più aggiornate e complete conoscenze per chiunque abbia il dovere di formulare una corretta diagnosi eziologica, l'unica che permette di svolgere la più efficace prevenzione primaria di questo tipo di patologia. Purtroppo non sempre tutti coloro che  istituzionalmente svolgono sul campo l'attività di prevenzione, la insegnano, la subiscono, sono ricchi di questa preziosa consapevolezza.  In qualche caso l'ignoranza di questo patrimonio culturale, passiva per la sua natura originaria, può assumere un approccio attivo quando quella parte di umanità interessata preferisce "non sapere" per i più diversi motivi, per pigrizia o per amore del quieto vivere - non è infrequente trovare chi vuol vivere beato come un beota - oppure per secondi fini, tra cui il guadagno personale di addetti ai lavori. Tra l'altro va detto che pigrizia e quieto vivere possono assecondarsi fino a che quell'individuo che sta per  diventare paziente non soffre ancora dei malanni che costituiscono la sintomatologia della patologia ambientale, oppure fino a che il paziente non abbia superato  il cosiddetto "punto di non ritorno". In ogni modo chi ha svolto opera sanitaria lungo il cammino della patologia ambientale dei pazienti ha immancabilmente fruito della debita mercede. Lo stesso discorso vale per tutti coloro che lavorano a valle della prestazione sanitaria a tutti i livelli, anche nelle tappe della vita umana che, superata la sofferenza e l'angoscia, si occupano della memoria del de cuius. Poi, non dimentichiamo che esiste anche la congiura del silenzio, attuata da scienziati che, carichi di blasoni importanti, marciano sulle sofferenze altrui, o da pubblici amministratori che finanziano la ricerca scientifica solo a patto che gli autori ritornino loro risultati consolanti.

   E’ però indiscutibile che la prevenzione primaria, basata sulla consapevolezza dei rischi, possa e debba permettere a molti di godere buona salute più a lungo e di raggiungere i limiti dell'attesa di vita ufficiali il più tardi possibile. La vera prevenzione implica  maggiori costi di produzione per tutto ciò che oggi godiamo come beni di consumo che ci rendono la vita più comoda, sotto forma di progresso, a prima vista, ma sia concessa la domanda: "la salute non vale nulla?"

   Nel campo della prevenzione, tutto ciò che può essere fatto e che dipende dalla consapevolezza dei rischi non è in contrasto con tutte  quelle iniziative delle società moderne volte a corroborare in qualunque modo, soprattutto mediante la raccolta e l'impiego di fondi destinati alla ricerca scientifica ed all'assistenza di chi si trova già implicato nei guai anche della patologia ambientale e che è in grado di fruire soltanto di una prevenzione del giorno dopo, a cose fatte. Piuttosto la divulgazione delle conoscenze scientifiche attuali è l'unica prassi in grado di dare corpo a quella consapevolezza che permette al sanitario di svolgere prevenzione primaria, agli individui di evitare tante sofferenze ed alla società di risparmiare tante risorse. A livello universitario, è stato recentemente fondato il GRIPPA -  gruppo di ricerca  per  la  prevenzione della  patologia ambientale - associazione non profit ma che deve autofinanziarsi - che agisce mediante: ricerche bibliografiche, trasmissione al pubblico delle conoscenze scientifiche, corsi di lezioni, conferenze,  seminari, stages di  laboratorio. Queste attività potrebbero fornire alla società un piccolo ma sostanziale contributo alla conoscenza dei modi coi quali si previene  la patologia causata dall’inquinamento dell’ambiente.

   La dicotomia tra queste due linee programmatiche - che non sono in contrasto tra loro ma che dovrebbero svolgersi secondo il più proficuo sinergismo - è illustrata in modo schematico dal grafico e dalla trattazione critica riportati in questa nota.

 

 

 

 

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