Sito Ufficiale del Gruppo di Ricerca per la Prevenzione della Patologia Ambientale - a cura di Giancarlo Ugazio

Gruppo di Ricerca per la Prevenzione

della Patologia Ambientale

Associazione Scientifica senza fini di lucro

English

CINETICA  DELLA  PATOLOGIA  AMBIENTALE LUNGO  L’ARCO  VITALE  DELL’UOMO



 

CD-7

CATARATTA  ANTICIPATA

per  cocktail  di  fattori  catarattogeni

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MENABO’

01

BASE BIOCHIMICA  DELL’OPACAMENTO DEL CRISTALLINO PER DENATURAZIONE DELLE MOLECOLE PROTEICHE RIDOTTE

02

COMUNI FONTI ALIMENTARI DEL MONOSODIO GLUTAMMATO)

03

EVOLUZIONE TEMPORALE DELLA CATARATTA SPONTANEA

04

NAFTALENE COME TARMICIDA: PRODUZIONE, SMERCIO, USO

05

SCHEMA DEL METABOLISMO DEL NAFTALENE E RECIRCOLAZIONE DEI METABOLITI

06

EVOLUZIONE E CINETICA ACCELERATA DELLA CATARATTA ANTICIPATA PER SINERGISMO DI AGENTI CATARATTOGENI

 

 

(1)  CATARATTA  “NATURALE”

 
 

(2)  CATARATTA  “ANTICIPATA”

 

 

RIASSUNTO

    L’organismo umano, come  quello di altri mammiferi, presenta alcune strutture particolarmente suscettibili all’usura od al danneggiamento ad opera di alcune condizioni ambientali e di un certo numero di agenti nocivi, chimici o fisici, soprattutto se in sinergismo di nocività.  Il sistema nervoso, di per se stesso, è l’apparato che primeggia in questa scala gerarchica di  importanza vitale, e di suscettibilità alle noxae lesive. Accanto ad esso, possono essere collocati due organi di senso che ci sono particolarmente preziosi perché condizionano la nostra possibilità di compiere una vita di relazione col mondo esterno: l’occhio e l’orecchio interno. Tutti i singoli componenti di entrambe queste strutture sono tanto  indispensabili, quanto suscettibili a lesioni proprie della patologia ambientale.

   Nell’organo della vista, a parte le lesioni retiniche descritte come complicanza dell’iperglicemia diabetica, una struttura è particolarmente prona a lesioni di origine ambientale. Si tratta della lente cristallina, posta dietro al diaframma formato dall’iride e la camera anteriore dell’occhio che contiene l’umor acqueo, e davanti alla camera posteriore occupata dall’umor vitreo. Questa meravigliosa struttura svolge una funzione simile a quella dell’obiettivo di una camera fotografica, permettendo la messa a fuoco delle immagini, mediante la variazione della globosità o dell’appiattimento della lente ad opera della muscolatura del corpo ciliare. Come tutte le lenti che si rispettino, anche la lente cristallina dell’occhio, nelle condizioni fisiologiche di partenza, è del tutto trasparente. Tale fondamentale proprietà dipende dallo stato ridotto dei gruppi funzionali sulfidrilici (SH) posti nelle molecole delle proteine che costituiscono il cristallino. Le condizioni chimico-fisiche native delle proteine della lente permettono di vedere e di mettere a fuoco sulla retina le immagini degli oggetti osservati, poi queste vengono trasmesse alla corteccia dalle vie ottiche cerebrali. Quando tutto funziona a dovere, all’inizio dell’arco vitale, ed anche nelle tappe giovanili dell’avanzare del tempo, queste funzioni sono del tutto soddisfacenti. Però successivamente, con l’avanzare dell’età verso la senescenza oppure nella fase senile vera e propria, a seguito di una lunga sequela di fenomeni ossidativi o perossidativi, le proteine trasparenti della lente cristallina perdono le loro caratteristiche chimico-fisiche, per la trasformazione dei gruppi sulfidrilici ridotti in ponti ossidati di disolfuro. Questa espressione biochimica, un po’ arida, spiega il fenomeno che sta alla base dell’opacamento progressivo della lente cristallina  che porta alla cataratta e che trova un riscontro nella denaturazione che interessa l’albume d’uovo nel momento della cottura. Come sempre avviene nella patogenesi di molte forme di patologia ambientale, è raro che compaia ed agisca un solo agente nocivo per volta. Infatti gli agenti nocivi agiscono in squadra, con un sinergismo perverso a mo’ di cocktail, che aggrava e/o anticipa sensibilmente l’evoluzione naturale di questo  malanno, la cataratta. Un’azione catarattogena è stata attribuita dalla letteratura scientifica alle radiazioni ultraviolette, alle  radiazioni ionizzanti, allo stress ossidativo, all’iperglicemia diabetica, al monosodio glutammato che è usato in cucina come  gourmet powder.

   Nel quadro composito degli agenti catarattogeni primeggia, per nocività diretta e specificità di meccanismi patogenetici, la naftalina. Questa molecola viene prodotta ed usata come antiparassitario, in funzione di tarmicida.  Il rischio di esposizione ai vapori di questo veleno interessa non solo l’ambiente lavorativo, mentre è prodotto, confezionato, smerciato od impiegato, ma anche l’ambiente di vita, dal momento che chi indossa un indumento di lana protetto contro le tarme può inalare quantità variabili  del composto nocivo.  Dopo essere strati inalati, i vapori di naftalina, a livello polmonare, entrano nel circolo sanguigno che li convoglia al fegato. In tale tessuto il tarmicida viene trasformato dal sistema enzimatico microsomale in naftalene di-idrodiolo. Questo  primo metabolita esce dal fegato ed attraverso il circolo, superata la vascolarizzazione polmonare, viene trasportato all’occhio. In questa ultima sede subisce la trasformazione metabolica cruciale ad opera dell’aldoso-reduttasi divenendo  naftalene epossido, il vero veleno molecolare per le proteine naturali della lente cristallina. La trasparenza della lente viene persa irrimediabilmente  a seguito di queste alterazioni molecolari.

   Questa particolare manifestazione di patologia ambientale, la cataratta,   compare  in molti soggetti generalmente nell’età tardo-senile, quando deriva da  una patogenesi, per così dire, naturale. Altra evoluzione – molto più veloce - è invece quella che dipende dal sinergismo tra diversi agenti catarattogeni che colpiscono gli esseri umani in un effetto cocktail.

   E’ fuori discussione che, se si vuol fare prevenzione per davvero, a questa lista di azioni da evitare o da compiere meglio deve necessariamente essere aggiunta la più drastica limitazione 1) dell’esposizione a radiazioni eccitanti (UVA) o a radiazioni ionizzanti (raggi X), 2) della scelta dei piatti dei ristoranti cinesi particolarmente ricchi di M.S.G., oltre che dei dadi per brodo a base di questo condimento - esistono già in commercio prodotti privi di esso, 3) del consumo di alimenti ad alto contenuto di zucchero per risparmiare le capacità funzionali della componente endocrina del pancreas.

 

 

 

 

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