Sito Ufficiale del Gruppo di Ricerca per la Prevenzione della Patologia Ambientale - a cura di Giancarlo Ugazio

Gruppo di Ricerca per la Prevenzione

della Patologia Ambientale

Associazione Scientifica senza fini di lucro

English

CINETICA  DELLA  PATOLOGIA  AMBIENTALE LUNGO  L’ARCO  VITALE  DELL’UOMO



 

CD-10

CONCLUSIONE:   COSA  NON  FARE  O  COME  FARLA

MEGLIO  PER  L’AMBIENTE  E  PER  LA  SALUTE.

 

MENABO’

01

Acari e altri parassiti presenti nell’ambiente.

02

Formaldeide.

03

Muri emittenti Radon.

04

Campi ELETTROMAGNETICI – Ripetitori per telefonia mobile.

05

Campi ELETTROMAGNETICI - Elettrodotti ed abitazioni.

06

Campi ELETTROMAGNETICI – Cellulari ed elettrodomestici.

07

ALOGENOCOMPOSTI: CCI4,  Trielina  & VCM.

08

PROPELLENTI (CFC) PER COSMETICI (Schiuma da barba, deodoranti, lacca per capelli).

09

PROPELLENTI (CFC) PER PESTICIDI E PER VERNICI.

10

GAS PER REFRIGERAZIONE  - Freon disperso da frigoriferi.

11

Trielina - Lavaggio a secco di indumenti.

12

Naftalina - Protezione di indumenti di lana con tarmicidi.

13

BENZENE IN  CARBURANTI  “VERDI”E POTENZIAMENTO.

14

ALOGENOCOMPOSTI COME ANTINCENDIO: CCi4, hALON, POLVERE.

15

gLUTAMMATO MONOSODICO.

16

CADMIO NEI CIBI E NEL FUMO DI TABACCO.

17

Alluminio - Alimenti prodotti e smerciati in foglio di alluminio.

18

Alluminio – Cibi contenuti in vaschette di alluminio.

19

ALLUMINIO – Cibi cotti in tegami o pentole di alluminio.

20

ALLUMINIO - Farmaci antiulcera (Maalox).

21

Alluminio - Acqua d’acquedotto chiariflocculata con policloruro di    alluminio.

22

PIOMBO -  Tegami di coccio con vetrina al piombo.

23

Piombo -  Tegami e pentole di coccio con vetrina al piombo.

24

PIOMBO -  Tazze di ceramica con vetrina al piombo.

25

PIOMBO -  Vasellame decorato e con vetrina al piombo.

26

PIOMBO  -  Farmaci recalcificanti costituiti da polvere di guscio di molluschi marini.

27

PIOMBO - Giocattoli di piombo (soldatini).

28

PIOMBO - Giocattoli di piombo (modelli di armi).

29

PIOMBO -  Consumo di cibi in dehors prossimi a traffico veicolare intenso.

30

PIOMBO - Pratica del jogging in vie urbane con elevato traffico veicolare.

31

PIOMBO - Pulizia di muri esterni mediante abrasione  con sabbie piombifere.

32

Piombo - Raccolta di foglie caduche con strumenti a soffiatura con dispersione nell’aria anche di amianto, micropolveri, silice e DPPD.

33

MERCURIO – Cibi di pescato marino (Minamata).

34

MERCURIO – Cibi di carni contaminate (Ratcliffe).

35

MERCURIO –  Inalazione di vapori di mercurio da termometro rotto.

36

MERCURIO – Inalazione di polveri inquinate (Bertini).

37

MERCURIO – Otturazioni dentarie con amalgama d’argento.

38

SILICE  - Sniffing con Ajax.

39

CADMIO – Derrate alimentari di origine vegetale contaminate.

40

CANCEROGENI E CADMIO – Fumo di tabacco, attivo e passivo.

41

BENZENE - Abitazioni prossime a distributori di carburante “verde”.

42

TOMBINI OTTURATI - Con pozzanghere dopo le precipitazioni atmosferiche.

43

ALCOOL - Cospicua assunzione di alcoolici o superalcoolici.

44

PESTICIDI –Omissione del periodo di latenza, ed uso di tensioattivi.

45

ACQUE MINERALI E ACQUA D’ACQUEDOTTO, COSA SI BEVE OGGI IN EUROPA?.

 

 UNO  DEI  TANTI  ESEMPI  DI  COSA  NON  FARE  O  COME  FARLA  MEGLIO

 
 
 

BIBLIOGRAFIA

 

ALLUMINIO


Veicoli

A: polveri (Vandenplas O., et al., 1996)

B: cibi (Maitani T., et al., 1996)

C: dialisi in nefropatici (Van Landeghem G.F., et al., 1998)

Esposizione

A: inalazione di polveri (Vandenplas O., et al., 1996)

B: ingestione cibi contaminati (Maitani T., et al., 1996)

C: soluzioni di elettroliti contenenti alluminio (Van Landeghem  G.F., et al., 1998)

Bersagli biologici

A: apparato respiratorio (Newman L.S., 1998)

B: fegato  (Maitani T., et al., 1996)

C: osso e apparato scheletrico  (Popinska K., et al., 1999)

D: rene (Tzanno Martins C., et al., 1996)

E: S.N.C. (Nayak P., Chatterjee A. K. 1999)

F: apparato riproduttore (Bataineh H., et al., 1998)

G: mitocondri dei parenchimi (Gandolfi L., et al., 1998; Trombley P.Q. 1998)

H: A.L.A.-D  (Schetinger M.R.C., et al., 1999)

I: embrione (Calevro F., et al., 1998)

Patologie

A: reazioni asmatiche (Vandenplas O., et al., 1996)

B: epatossicità e colestasi (Maitani T., et al., 1996; Popinska K., et al.,  1999)

C: calcificazione ritardata e ritardo nella crescita (Belles M., et al., 1998; Popinska K., et

    al.,1999)

D: insufficienza renale  (Tzanno Martins C., et al., 1996)

E: encefalopatie, Alzheimer e danni neuronali (Nayak P., Chatterjee A.K. 1999;

    Suarez Fernande M.B   et al., 1999; Anghileri L.J.,  Thouvenot P., 1999)

F: ridotta fertilità, disturbi sul comportamento sessuale    (Bataineh H., et al., 1998)

G: alterata omeostasi Ca 2+ e regolazione del GABA (Gandolfi L., et al 1998; Trombley P.Q.

    1998)

H: anemia (Schetinger M.R.C., et al 1999)

I: miopatia  (Kes P., Pasini J. 1998)

J: ritardata differenziazione del S.N.C. e dello scheletro dell’embrione (Calevro F., et al 1998)  

 

QUADRO DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER

 

Da VADEMECUM CLINICO

V. Fattorusso  e  O. Ritter

Masson, maggio 1987

 

ALZHEIMER, Malattia di

 

Sinonimi: demenza presenile, atrofia cerebrale diffusa.

 

  Definizione: demenza di tipo senile che insorge precocemente, caratterizzata clinicamente da un decadimento mentale rapido e, anatomicamente, da un’atrofia cerebrale diffusa con placche senili disseminate.

 

Anatomia patologica

1.  Malattia di Alzheimer: degenerazione neurofibrillare, atrofia dei neuroni, proliferazione astrocitaria. In uno stadio avanzato, le circonvoluzioni cerebrali sono atrofizzate, i ventricoli dilatati. Deficit colinergico di certi neuroni sotto-corticali.

2.  Malattia di Pick: stesse lesioni, ma limitate ai lobi frontali e temporali; inoltre, inclusioni argirofile nelle cellule nervose.

 

Sintomi: esordio insidioso, tra i 40 e 60 anni, talvolta più presto, con disturbi rapidamente progressivi della memoria con confabulazione, disturbi del linguaggio (parafasia, aprassia, disturbi del giudizio e del ragionamento).

All’esordio il malato è cosciente dei suoi disturbi, poi evoluzione irreversibile verso la demenza completa. Talvolta crisi epilettiche e ipertonia muscolare. Nella malattia di Pick si osserva talvolta una sindrome frontale (v.).

 

Diagnosi differenziale: quella delle amnesie (v. questo termine).

 

TAC: l’immagine può essere normale, poiché l’atrofia è spesso solamente microscopica.

 

Terapia: sintomatica.

 

PREVENZIONE DELLA NEUROPATIA DA ALLUMINIO

 

NO

all’uso del pentolame di alluminio.

 

 

NO all’uso di fogli di alluminio per involgere cibi.
   
NO all’uso del policloruro di alluminio per accelerare la floccula-zione delle impurezze dell’acqua da potabilizzare – potus con acqua purificata mediante osmosi inversa.
   
NO all’uso di recipienti di vetro contenente alluminio  per le soluzioni saline impiegate nella dialisi dei nefropatici.
   
NO all’assunzione di Maalox (contenente il 3,5% di alluminio idrossido) come farmaco antiacido nei pazienti affetti da ulcera  gastrica.
   
   

COSI’  POTREBBERO  ESSERE  RIDOTTI  I  COSTI  MORALI

E  FINANZIARI  DEL  MORBO  DI  ALZHEIMER

 


BASTA POCO PRIMA DI ESSERE COSTRETTI A SPENDERE I 170 MILIARDI 

DEL SIGNOR MINISTRO,  A MENO CHE NON CI SI VOGLIA MARCIARE


 

 

 

 

CALCOLI  URINARI

 

“L’acqua, il 70% di noi: cosa beviamo?”

 

 

 

RIASSUNTO

    La relazione passa in rassegna soprattutto i più comuni rischi patogeni per l'uomo nell'ambiente di vita, escludendo quelli occupazionali che, per le peculiari caratteristiche di esposizione, sono già oggetto di accurata osservazione e di trattamento, generalmente anche preventivo. Gli agenti patogeni che colpiscono l'uomo nel suo ambiente di vita domiciliare od extramurale, frequentemente, sono gli stessi che lo aggrediscono mentre svolge la sua normale attività lavorativa. In questa nota, vengono privilegiati i rischi patogeni non occupazionali perché generalmente non sono conosciuti come tali per una mancanza di consapevolezza, attiva oltre che passiva a seconda delle circostanze.

   In primo luogo, viene prestata la massima attenzione 1) al sinergismo di molte noxae patogene, legato alla compresenza di diversi agenti lesivi e 2) al potenziamento tossicologico che dipende da un'eventuale induzione  enzimatica delle cellule deputate al metabolismo degli xenobiotici che possono diventare veleni veri e propri. Queste conoscenze permettono al sanitario di compiere correttamente la diagnosi eziologica non appena il soggetto esposto ha superato l'orizzonte clinico e, nei limiti delle sue possibilità, di intervenire facendo cessare l'esposizione al rischio prima che il paziente debba superare il punto di non ritorno, vale a dire l'irreversibilità delle lesioni.

    Nella parte descrittiva vengono successivamente presi in considerazione i principali inquinanti dell'ambiente di vita, sia quelli dell'ambiente domestico, sia quelli che aggrediscono l’essere umano mentre si trova fuori casa.

    La rassegna dei rischi non pretende di essere completa ed  esaustiva ma almeno di offrire al cittadino comune una panoramica dei possibili danni prodotti dagli inquinanti ambientali. All'inizio, sono ricordati due agenti di rischio reperibili in ambiente domestico: alcuni parassiti, come gli acari, che sono responsabili di sensibilizzazione allergica, e la formaldeide, una sostanza chimica molto diffusa nei locali dove si trovano  manufatti in legno plastificati. In casa, come fuori, l'essere umano oggigiorno può trovarsi esposto a campi elettromagnetici, di origine endogena oppure generati all'esterno dell'abitazione. Un risalto particolare viene dato al fatto che questi agenti potenzialmente lesivi possono concorrere in quel meccanismo di sinergismo con altri patogeni, mentre è improbabile che, da soli, raggiungono livelli di intensità tali da provocare  una loro propria severa patologia. Successivamente vengono ricordati i clorofluorocarburi, usati spesso in casa come propellenti, oppure come estintori di incendio. Passando poi ai metalli pesanti, si presta attenzione all'azione patogena dell'alluminio che entra nell'organismo attraverso diversi meccanismi, alimentari o non. Sono considerate  inoltre alcune abitudini di vita che possono esporre al piombo, generalmente in modo surretizio. Tra gli altri metalli pesanti vengono segnalate le occasioni in cui, come è dimostrato dalla  letteratura scientifica, l'essere umano può contrarre severe patologie quando viene esposto al cadmio oppure al mercurio. Infine viene considerata la possibilità che il fumo di tabacco e l'assunzione di alcol esprimano un'azione di sinergismo o di potenziamento a carico di comuni manifestazioni di patologia ambientale.

    Si conclude mettendo in risalto il rischio che  episodi di grave e diffuso inquinamento, sebbene non di origine bellica, causati da disastri antropogeni, avvenuti in terraferma oppure in mare, possano interessare l'attuale popolazione nella sua globalità, in modo simile a quello che afflisse nell'antichità i greci ed i romani, e le cui testimonianze si sono trasferite a distanza come è dimostrato dai dati che descrivono l'inquinamento da piombo tuttora presente nei ghiacci della Groenlandia.

    Riguardo alla diatriba tra il consumo di acque minerali commerciali e quello delle acque erogate dagli acquedotti municipali,  semplicisticamente, possiamo dire che beviamo di tutto. Per alimentare il nostro ricambio idrico, che varia con il mutare delle esigenze metaboliche, della temperatura e dell’umidità ambientale, dell’attività fisica, avremmo bisogno di coprire il nostro fabbisogno di H2O tal quale. Invece ci tocca bere questo composto naturale condito da una miriade di sostanze, di composti, di esseri viventi di cui faremmo a meno. L’inconsapevolezza del contenuto delle acque naturali, o di quelle erogate dagli acquedotti delle comunità municipali, oppure da quelle imbottigliate e gassate per esserci vendute, ci espone talora al rischio di affrontare acqua da bere non del tutto innocua. Infatti, non è escluso che entrambe le fonti dell’acqua alimentare possano presentare loro peculiari pecche degne di considerazione. In generale,  le acque minerali sono batteriologicamente pure per davvero – ci mancherebbe altro – ma talora hanno un residuo fisso dichiarato  tanto elevato che le rende più gustose ma che rappresenta un concreto rischio di urolitiasi. La formazione di calcoli urinari è comunque da prevenire anche se ora ci si può avvalere del litotritore. D’altra parte, l’acqua dell’acquedotto talora potrebbe portarci nel bicchiere, e poi nell’organismo, metalli pesanti nocivi impiegati nella chiariflocculazione e/o nella sterilizzazione dell’acqua destinata a diventare potabile. Tutto ciò vale nonostante quanto viene raccontato dagli operatori dell’informazione, carta stampata o etere, o riferito tra quelle lepidezze riportate  sulle etichette delle bottiglie delle acque commerciali, tutte immancabilmente capaci di favorire  la diuresi, oppure, per il rubinetto di casa, come è garantito dalle  apposite commissioni di assaggiatori.

 

 

 

 

 

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